Precari in Piazza. Con la crisi esplode il terremoto sociale!

Giugno 6th, 2009  |  Published in Iniziative

18 giugno 2009 ore 19 P.zza S. Domenico

Da
anni denunciamo lo sciame sismico della precarietà. Il pacchetto
Treu, poi la legge Biagi, il ritorno delle gabbie salariali hanno
tolto qualsiasi protezione, mentre sotto di noi l’economia cadeva a
pezzi. Da anni dicevamo che continuare a trasformarci in merce
flessibile da prendere, e buttare via a seconda delle esigenze e
senza uno straccio di diritto, avrebbe causato disastri. Da anni
denunciavamo che annullare
i
nostri diritti, privatizzando servizi pubblici e garantendo alle
imprese private profitti enormi, ci avrebbe portato a non arrivare a
fine mese.
Tutte
queste politiche

hanno prodotto un’enorme polarizzazione nella distribuzione della
ricchezza a tutto vantaggio di rendite e profitti
che
hanno reso più forte l’impatto della crisi.

 

Ed
oggi eccoci qua. Quando anche i lavoratori che potevano vantare
qualche diritto sono seppelliti sotto le macerie dei licenziamenti,
della cassa integrazione e della riforma dei contratti si
assottigliano le divisioni e si accomuna la triste condizione di
precari.

Insomma
sempre più precari quando l’economia trema e crolla! Nessuna tutela,
nessun servizio sociale, tutto privatizzato, istruzione pubblica allo
sfacelo e sempre più costosa, nessuna politica abitativa contro il
caro affitti, nessuna forma di reddito diretto ed indiretto. I
precario di ieri sono oggi già disoccupati.

Il
12 giugno a Lecce si riuniranno i
ministri
delle finanze e a luglio tutti i “grandi” del G8 si ritroveranno
all’Aquila . Sono proprio questi politici che in questi anni hanno
prodotto la crisi e la situazione di precarietà. Eppure nessuno
parla di noi. Non si parla delle centinaia di lavoratori precari,
giovani e meno giovani, ai quali non stanno più nemmeno rinnovando
quegli stacci di contratti part-time e a progetto. Ci ritroviamo in
mezzo ad una strada in un mercato del lavoro a pezzi, senza nemmeno
gli spiccioli della cassa integrazione, ci ritroviamo a fare
lavoretti a nero per poter campare in qualche modo o, per i più
fortunati, si arrotonda l’aiuto economico proveniente dalla propria
famiglia.

Parlano
di noi solo quando devono metterci gli uni contro gli altri con
politiche razziste, parlano di noi solo per chiamarci fannulloni,
mammoni e quando ci ribelliamo ci chiamano estremisti e terroristi,
minoranze facinorose.

Siamo
un pezzo sociale senza diritti, ma siamo essenziali al funzionamento
di tutto:

quanto
guadagna la pubblica amministrazione con il lavoro dei suoi precari?

Quanto
guadagnano le oggi le aziende grazie allo stuolo degli stagisti
sottopagati e ricattati?

Quanto
risparmia lo Stato nella scuola e nell’università senza insegnati e
ricercatori, per gran parte precari? Senza parlare dello sfruttamento
dei migranti sempre più marginalizzati ed ingiustamente
criminalizzati…

Abbiamo,
quindi, deciso di rendere visibile questo pezzo sociale in
un’iniziativa di confronto ma anche di conflitto. Vogliamo
attrezzare una tendopoli nel cuore del centro storico di Napoli,
metafora della nostra condizione di “terremotati sociali” senza
reddito e prospettive per il futuro.
Abbiamo voglia di
“ricostruire” insieme un nuovo percorso di lotta ed è per questo
che vi chiediamo di attrezzare con noi una tendopoli precaria il 18
giugno a piazza San Domenico.

E’
ora di uscire fuori dal silenzio. Vogliamo che almeno un giorno il
centro storico di Napoli, attraversato quotidianamente dal
precariato, sia luogo di visibilità di questa realtà sociale,
auspichiamo che, ognuno con le proprie espressioni di conflittualità,
possa rivendicare diritti sul lavoro, l’eliminazione di ogni forma di
arbitrio e di ricatto occupazionale che impongono la totale
subalternità del lavoro alle esigenze di profitto dell’impresa e/o
del datore di lavoro, reddito e welfare.

La
SICUREZZA che chiediamo consiste nella possibilità di costruirsi un
futuro, rivendicando reddito come risposta alla precarietà, alla
disoccupazione, ai bassi salari e al carovita.

Riteniamo
necessario difenderci dalle privatizzazioni e lottare contro tali
speculazioni sui beni di utilità collettiva, non vogliamo che la
gestione dei beni comuni sia subordinata alle logiche e ai ritmi del
profitto d’impresa, al fine di riappropriarci anche di reddito
indiretto, visto che la parola privatizzazione significa
sproporzionato aumento dei prezzi a garanzia di alti tassi di
profitto. Vogliamo il diritto alla casa e all’abitare, chiediamo
welfare, scuola e università pubbliche, una sanità efficiente,
vogliamo riappropriarci dei nostri territori.

Vogliamo
passare dal subire ad essere il TERREMOTO SOCIALE!

 

Attac Napoli, Rappresentanze Sindacali di Base/Confederazione Unitaria di Base, Cobas della Sanità, Coll. Operatori Sociali, Coll. Tiresi@, Coll. Degeneri, Coll. Pachamama, Radioazioni, Orientale 2.0, Campagna Tutti a Casa, Collettivo Operatori Sanitari Precari, Area Antagonista, Lab. Occ. Insurgencia, Sinistra Critica Napoli, Rete dei Comunisti.

 

Per
info e adesioni:

napoli@attac.org

3333346371
– 3473725390

http://attacnapoli.noblogs.org

 

 

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