Rifondazione Comunista e Sinistra & Libertà nel Cda dell’Arin Spa. Una scelta che danneggia la battaglia per l’acqua pubblica a Napoli.

Luglio 16th, 2010  |  Published in No alla privatizzazione dell'acqua

La settimana scorsa sono stati nominati i membri del nuovo Consiglio d’Amministrazione dell’Arin; la nomina  tra questi di Domenico De Falco di Rifondazione Comunista e Peppe De Cristofaro di Sinistra & Libertà ha suscitato numerose polemiche.
Il 24 aprile, in Italia, si é lanciata la campagna di raccolta firme per tre referendum per l’acqua pubblica. PRC e Sel, aderendo al comitato sostenitore per i referendum si schierava nettamente a favore della gestione pubblica del servizio idrico, contro la gestione privata, le società miste e le Spa.
Questa é la ragione per la quale i comitati ritengono assolutamente incoerente la scelta di entrare nel Cda dell’Arin Spa. Su questa questione si é già scritto tanto, basta vedere il comunicato del comitato campano per capire la nostra posizione al riguardo.

La mia vuole essere una risposta a chi pretende di volere ripubblicizzare l’acqua entrando nel Consiglio d’Amministrazione dell’Arin.
In un comunicato, Domenico De Falco spiega il motivo della sua nomina nel modo seguente:
« Rifondazione Comunista ha deciso di mettersi in gioco su un tema che considera centrale e strategico, e non solo a livello cittadino, definendo un obiettivo esplicito da raggiungere in un tempo definito: trasformare l’ARIN da società di diritto privato a ente di diritto pubblico nel giro di 6/8 mesi ».

A chi pensa che non é possibile ripubblicizzare un’azienda entrando a far parte del Cda e che la strada non é questa, che la decisione deve essere politica, Domenico De Falco risponde che farà comunque il massimo per riuscirci e garantisce:
 « lavorerò per aiutare il processo di pubblicizzazione dell’acqua a Napoli e, nel momento in cui dovesse essere evidente che ciò non è possibile, non avrò nessuna difficoltà a dimettermi immediatamente ».

Nel suo comunicato però, ci fa chiaramente capire che non é nemmeno convinto che sia possibile ripubblicizzare un’azienda entrando nel Cda:
« Il compito, come è evidente, è difficile e delicato. Viene da chiedersi: è possibile? Io non lo so! ».

In poche parole, Rifondazione Comunista avrebbe nominato una persona nel Cda dell’Arin con il compito di ripubblicizzare l’azienda, e l’interessato, alla domanda « é possibile? » risponde « Non lo so. »

Se non é nemmeno convinto che sia possibile, figuriamoci se ha elaborato un piano specifico per riuscirci.

Rifondazione quanto meno pecca di ingenuità pensando di ripubblicizzare un’azienda nominando  qualcuno nel Cda di una Spa.
Per ripubblicizzare un’azienda serve una decisione politica che due delegati interni agli organi amministrativi non possono imporre a tutti gli altri delelgati, nè tanto meno l’organo stesso può prenderla in autonomia rispetto al suo “ padrone ”, ossia il comune di Napoli.
Il Consiglio d’Amministrazione di una Spa deve assicurarsi che l’azienda funzioni, deve gestirla e fare si che i conti stiano in regola (almeno dovrebbe). Una Spa, per definizione, é un’azienda che fa profitti, e quindi il suo Consiglio d’Amministrazione deve assicurarsi che l’azienda sia gestita bene. Insomma il signor De Falco dovrà contribuire al buon funzionamento dell’Arin Spa. In Campania, 80 000 persone hanno firmato a favore dell’acqua pubblica e contro la gestione Spa. Questi cittadini si sono quindi chiaramente espressi contro i profitti sull’acqua ed è presumibile che si aspettino dai partiti che fanno parte del Comitato sostenitore una scelta diversa. Non é coerente opporsi ad un tipo di gestione per poi parteciparvi.

Non solo questa scelta non può portare alla ripubblicizzazione del servizio idrico a Napoli, e questo dovrebbero saperlo anche coloro che hanno scelto di nominare De Falco nel Cda dell’Arin, ma  danneggia anche la battaglia per l’acqua pubblica a Napoli.

Il più grande risultato, in questa storia, lo ha ottenuto l’amministrazione Iervolino. Il sindaco di Napoli, pur partecipando alla manifestazione per l’acqua publica lo scorso 20 Marzo a Roma, e pur avendo firmato per i tre referendum non sembra di avere la minima intenzione di ripubblicizzare l’acqua a Napoli.
L’anno prossimo ci sono le elezioni, ed il sindaco invece di avviare adesso il processo di ripubblicizzazione dell’Arin, dimostrando coi fatti di essere per l’acqua pubblica, ha preferito nominare un nuovo Cda dell’Arin con dentro i membri  di S&L e di Rifondazione, che fanno parte del comitato sostenitore per i referendum. In questo modo é riuscita a neutralizzare una eventuale pretesa di ripubblicizzazione in consiglio comunale e a confondere le acque dando un semplice contentino sottoforma di poltrona a chi avrebbe potuto creare (in linea di principio) qualche problema.

Mimmo De Falco dice che il suo incarico sarà solo di 6-8 mesi. Singnifica quindi che si dovrebbe concludere a dicembre, oppure nel febbraio del 2011. A Napoli sarà già partita la campagna elettorale per le elezioni comunali, e sarà troppo tardi per avviare un processo di ripubblicizzazione del servizio idrico.
Questo dato non sarà sfuggito a chi ha preso questa decisione. Ecco perché si parla di un incarico di 6-8 mesi e non di tre anni come dovrebbe essere. Poco prima delle elezioni, Domenico De Falco si dimetterà, e Rifondazione Comunista potrà dire che ha rispettato la propria parola. Sentiremo i leader campani di Rifonazione dire che siccome non sono riusciti a ripubblicizzare l’acqua, hanno deciso di dimettersi dal Consiglio d’Amministrazione. In tempo per la campagna elettorale, potranno dire di essere in linea con i Comitati per l’acqua pubblica, e assicurare ai cittadini che si impegneranno per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Una posizione di comodo per non rompere con la Jervolino (forse in vista di ulteriori accordi elettorali con il centrosinistra) ed assicurarsi una faccia pulita per il domani. Insomma il gioco delle tre carte già visto in altre occasioni come sull’emergenza rifiuti, solo per citarne una. Per vincere questa battaglia, e non solo questa, c’è bisogno di chiarezza e radicalità al di là degli schemi di compatibilità interni alle istituzioni e alla politica elettorale.   

Molti sono i militanti di Rifondazione che hanno messo corpo e anima in questa campagna referendaria. Le firme raccolte dal partito sono state tante, e si può dire che Rifondazione ha contribuito fortemente al raggiungimento dell’obiettivo fissato, che era di 70 000 firme in Campania. Molti di questi militanti si sono sentiti traditi dal partito, e hanno saputo dalla stampa la nomina di De Falco.

Bisogna chiedere la ripubbliciazzazione immediata del servizio idrico a Napoli; é quello che chiedono da anni i comitati, opponendosi chiaramente alla gestione Spa. I partiti che dicono di essere per l’acqua pubblica devono rifiutare posti nei Consigli d’Amministrazione delle Spa ed organizzare insieme ai comitati una opposizione di massa e dal basso per la  ripubblicizzazione del servizio idrico a Napoli. Solo questo, nella situazione attuale, può continuare a far crescere il movimento come soggetto attivo ed influente all’interno della società.

Voglio sperare che Rifondazione Comunista avrà rispetto dell’impegno dei suoi militanti e di tutti i cittadini che hanno partecipato a questa racolta firma, e che rinuncierà al posto già accettato. Voglio sperare che anche Sinistra & Libertà rinuncierà al seggio nel Cda, anche se non penso che succederà dato che il partito non ha nemmeno cercato di giustificarsi sull’incoerenza della scelta, e perché da parte dei militanti non si é risentito lo sdegno invece espresso dai militanti di Rifondazione Comunista.

Raphael Pepe  (Comitato Acqua Napoli – Attac Napoli)

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