Movimenti e G8 all’Aquila: non siamo d’accordo. Per questo ci saremo

Luglio 2nd, 2009  |  Published in Iniziative, No G8 2009

Qui sotto la nostra posizione riguardo le mobilitazioni per il G8. Secondo noi è stata sprecata una grande occasione per i movimenti, per gli aquilani, per la ripresa della conflittualità all’altezza della crisi economica globale.Senza buttarsi giù proveremo, nella limitatezza din forze e tempi, di esserci ai vari appuntamenti dalla fiaccolata al corteo del 10 luglio.

Sulle mobilitazioni contro il G8 guardare anche il comunicato di Epicentro Solidale. Per un calendario delle iniziative vedi il report dell’assemblea svoltasi all’Aquila il 21 giugno. Consigliamo la lettura anche di Perchè pensiamo che il G8 a l’Aquila possa diventare un’occasione per i movimenti.

 

Movimenti e G8 all’Aquila: non siamo d’accordo. Per questo ci saremo

Il
percorso che ha portato le diverse organizzazioni nazionali e i
movimenti territoriali verso la scadenza del G8 a L’Aquila riflette le
difficoltà che attraversano, a diverso titolo, tutte le esperienze che
sono maturate nelle lotte di questi anni.

Il primo dato che ci pare incontrovertibile è la fine
di una qualsiasi capacità di coordinamento, anche solo con funzioni di
servizio, delle associazioni e organizzazioni nazionali : di fronte
all’appuntamento del G8 – e di questo G8, volutamente catapultato dal
Governo sul terremoto abruzzese- le associazioni e organizzazioni
nazionali si sono letteralmente sottratte a qualsiasi assunzione di
ruolo.

 

Non sono naturalmente qui in discussione le iniziative
delle quali ciascuna si è fatta portatrice, tutte ottime e importanti,
quanto invece il sostanziale abbandono del terreno di una costruzione
comune e di un percorso di condivisione delle scelte e delle pratiche
conseguenti.

Ha prevalso la fuga e/o la riproposizione del proprio
progetto come quello più adeguato, come se anni di percorsi di
movimento comune fossero passati invano e il virus
dell’autoreferenzialità fosse ancora ben saldo e diffuso.

Così qualcuno è andato in Sardegna a proporre un’ottima
esperienza di costruzione di connessione regionale fra i movimenti, ma
utilizzando la stessa per una sorta di esodo da ciò che si andava
preparando a L’Aquila.

Qualcun altro ha scelto di lavorare su Vicenza – una
lotta che tutte e tutti sentiamo nostra- ma con il malcelato desiderio
di farla diventare il “real contro G8”, l’unico luogo di appuntamento
nazionale.

E intanto L’Aquila si è divisa fra chi ha scelto il
profilo localista, adducendo una presunta incapacità delle popolazioni
a comprendere una protesta “no global”, e chi quella protesta ha deciso
comunque di proporla, scontandone un’inevitabile separatezza.

Ma anche i movimenti territoriali, capaci di grandi e
radicali mobilitazioni nelle proprie realtà, devono fare i conti con
una difficoltà palese nella capacità di costruire esperienze di
connessione e di intreccio fra le diverse lotte, a meno che non ci si
accontenti della pur necessaria attestazione di reciproca solidarietà o
ci si illuda sull’efficacia della progressiva “sottrazione” di
territori come risposta alla crisi globale.

Abbiamo tutte e tutti noi perso un’occasione.

Quella di provare a fare dell’appuntamento contro il G8
un luogo di incontro tra i contro g8 territoriali, che pure si sono
realizzati in tutta la penisola, e le esperienze di lotta costruite in
questi anni sui temi dei beni comuni, della precarietà,
dell’antirazzismo.

Quella di provare a mettere in connessione tutte queste
esperienze con la crisi globale e con il “capitalismo delle catastrofi”
(o shock economy, che dir si voglia), capendo, assieme alle popolazioni
delle tendopoli, il “paradigma” Abruzzo e il modello di devastazione
territoriale, di impoverimento economico, di frantumazione sociale e di
disciplinamento di massa che lì si va costruendo, come risposta
territoriale e come risposta alla crisi globale.

Quella di interrogare le nostre reciproche esperienze
sulla crisi della democrazia e di provare a costruire risposte comuni,
capaci di dare efficacia alle mobilitazioni e forza
all’autoorganizzazione sociale.

Non siamo d’accordo. Continuiamo a pensare che la
risposta alla crisi globale non consenta a nessuno di pensare di
sottrarsi alla costruzione di una conflittualità radicale e collettiva,
di pensare di poter navigare nelle acque conosciute delle proprie
esperienze, di illudersi che si possa vincere una mobilitazione nel
deserto di esperienze condivise.

Non siamo d’accordo. Per questo ci saremo.

Saremo a Vicenza il quattro luglio, contro il raddoppio della base militare.

Saremo a L’Aquila il sei e il sette luglio, per la ricostruzione dal basso e la partecipazione sociale.

Saremo a L’Aquila il dieci luglio, contro il G8 e i potenti della terra.

Ci saremo, con le nostre modeste energie, intelligenze e capacità.

Ci saremo, perché vogliamo guardare oltre.

ATTAC ITALIA

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